È la versione sportiva della X1, col frontale aggressivo, i passaruota bombati, le fiancate alte e la parte posteriore con il taglio da coupé: nel complesso una linea slanciata ed equilibrata, con la giusta dose di muscoli per una suv. Della X1 mantiene la lunghezza del passo (la base e la parte meccanica sono le stesse), ma è più corta di 8 cm (da un paraurti all’altro misura 436 cm) e più bassa di 7. Il frontale della BMW X2 è dominato dal massiccio paraurti con le ampie prese d’aria, dai fari sottili e dalla mascherina, che appare più larga e schiacciata, con i due “reni” di forma quasi trapezoidale. Inedito il logo BMW nel terzo montante posteriore, che ricorda quello che campeggiava nelle coupé di un tempo, la 2000 CS e la 3.0 CLS. L’abitacolo ripete quello della X1 e, sebbene il soffitto sia più basso, offre sufficiente spazio anche per la testa (i finestrini di dimensioni ridotte, però, tolgono un po’ di luce agli interni). Le finiture, i materiali e l’attenzione nell’assemblaggio dei pannelli non deludono; il cruscotto, invece, appare un po’ piccolo e non riporta le indicazioni del navigatore satellitare (si può ordinare l’head-up display, che costa 720 euro). Il lunotto piccolo e inclinato penalizza molto la visibilità posteriore e limita un po’ anche la capacità del baule, che è di dimensioni inferiori di quello della X1 (perde 35 litri). Maneggevole in città (lo sterzo è leggero e il cambio automatico è dolce e non affatica), l’auto è divertente alla guida, specie sulle strade tortuose, nelle quali fa valere la sua elevata agilità e l’ottima tenuta di strada (sia la sDrive a trazione anteriore, sia l’ìxDrive, con il collaudato sistema di trazione integrale). Le versioni con l’assetto sportivo sono, però, decisamente rigide sullo sconnesso.